| Elemento | |
|---|---|
107BhBorio264.124732
8 18 32 32 13 2 |
|
| Proprietà di base | |
|---|---|
| Numero atomico | 107 |
| Peso atomico | 264.12473 amu |
| Famiglia di elementi | Metalli di transizione |
| Periodo | 7 |
| Gruppo | 2 |
| Bloccare | s-block |
| Anno della scoperta | 1981 |
| Distribuzione degli isotopi |
|---|
| Nessuno |
| Proprietà fisiche | |
|---|---|
| Densità | 27 g/cm3 (STP) |
H (H) 8.988E-5 Meitnerio (Mt) 28 | |
| Proprietà chimiche | |
|---|---|
| Stati di ossidazione (meno comune) | (+3, +4, +5, +7) |
| raggio atomico | |
|---|---|
| Raggio covalente | 1.41 Å |
H (H) 0.32 Francio (Fr) 2.6 | |
| Proprietà elettroniche | |
|---|---|
| Elettroni per guscio | 2, 8, 18, 32, 32, 13, 2 |
| Configurazione elettronica | [Rn] 5f14 |
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Modello atomico di Bohr
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Diagramma della scatola orbitale
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| Elettroni di valenza | 7 |
| struttura a punti di Lewis |
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| Visualizzazione orbitale | |
|---|---|
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| Elettroni | - |
Bohrio (Bh): Elemento della Tavola Periodica
Riassunto
Il Bohrio rappresenta un elemento superpesante sintetico con numero atomico 107, posizionato nel gruppo 7 della tavola periodica come membro più pesante sotto manganese, tecnezio e renio. Questo elemento transattinico presenta proprietà radioattive con vite medie che vanno da millisecondi a circa 11,5 minuti per l'isotopo più stabile 278Bh. Le indagini chimiche dimostrano che il bohrio si comporta come l'omologo più pesante del renio, mostrando gli stati di ossidazione tipici del gruppo 7 e formando ossicloruri volatili. La sintesi dell'elemento avviene esclusivamente tramite reazioni di bombardamento in acceleratori di particelle, con l'isotopo 270Bh che è il più studiato, con una vita media di 2,4 minuti. Gli effetti relativistici influenzano in modo significativo la struttura elettronica e il comportamento chimico del bohrio.
Introduzione
Il Bohrio occupa una posizione unica come elemento 107 nella tavola periodica, essendo il quinto membro della serie dei metalli di transizione 6d e il membro più pesante confermato del gruppo 7. La sua importanza va oltre la struttura atomica, dimostrando la prosecuzione sistematica delle tendenze periodiche nella regione degli elementi superpesanti. La configurazione elettronica [Rn] 5f14 6d5 7s2 lo colloca chiaramente tra i metalli di transizione del blocco d, dove gli effetti relativistici diventano sempre più marcati. Il nome è stato dato in onore del fisico danese Niels Bohr per riconoscere i suoi fondamentali contributi alla teoria atomica, rappresentando il culmine di decenni di previsioni teoriche e verifiche sperimentali nella sintesi degli elementi superpesanti. La scoperta dell'elemento è emersa da collaborazioni tra gruppi di ricerca sovietici e tedeschi, con conferma definitiva ottenuta tramite catene di correlazione del decadimento α e studi di caratterizzazione chimica.
Proprietà Fisiche e Struttura Atomica
Parametri Atomici Fondamentali
Il Bohrio presenta un numero atomico Z = 107 e una configurazione elettronica [Rn] 5f14 6d5 7s2, caratteristica dei metalli di transizione del gruppo 7. Il raggio atomico misura circa 128 pm, riflettendo una significativa contrazione relativistica dell'orbitale 7s rispetto alle previsioni classiche. Calcoli sulla carica nucleare efficace indicano un sostanziale schermaggio da parte del completo strato 5f14, causando comportamenti elettronici unici rispetto ai congeneri più leggeri del gruppo 7. La prima energia di ionizzazione raggiunge circa 742 kJ/mol, notevolmente inferiore ai 760 kJ/mol del renio a causa dell'aumento delle dimensioni atomiche e della stabilizzazione relativistica degli elettroni 7s. Le energie successive di ionizzazione seguono le tendenze attese, con valori di circa 1690, 2570, 3710, 5210, 7040 e 10200 kJ/mol per le energie di ionizzazione seconda fino alla settima.
Caratteristiche Fisiche Macroscopiche
Il Bohrio adotta una struttura cristallina esagonale compatta con parametri reticolari c/a = 1,62, coerente con la sua posizione come omologo più pesante del renio. I calcoli sulla densità danno valori tra 26-27 g/cm3, significativamente superiori ai 21,02 g/cm3 del renio a causa dell'aumento della massa atomica e degli effetti relativistici. Il punto di fusione è stimato intorno a 2400°C basandosi sull'estrapolazione delle tendenze del gruppo 7, mentre il punto di ebollizione raggiunge probabilmente 5500°C. L'energia di fusione è calcolata intorno a 38 kJ/mol, con l'energia di vaporizzazione stimata a 715 kJ/mol. La capacità termica specifica in condizioni standard raggiunge circa 0,13 J/(g·K), seguendo le previsioni della legge di Dulong-Petit per i metalli pesanti. L'elemento mostra legame metallico con conducibilità elettrica prevista simile ad altri metalli di transizione.
Proprietà Chimiche e Reattività
Struttura Elettronica e Comportamento di Legame
La reattività chimica del Bohrio deriva dalla sua configurazione di valenza 6d5 7s2, che permette stati di ossidazione compresi tra +3 e +7. Lo stato di ossidazione +7 mostra una stabilità eccezionale grazie all'utilizzo di tutti e sette gli elettroni di valenza, manifestandosi in composti come eptossido di bohrio Bh2O7 e anioni perbohrio BhO4-. Gli stati di ossidazione inferiori +4 e +5 mostrano stabilità moderata in soluzione acquosa, mentre il +6 rappresenta uno stato intermedio osservato in alcuni composti ossifluorati. Il legame covalente prevale negli stati di ossidazione elevati, con lunghezze di legame Bh-O stimate a 1,68 Å in BhO4- rispetto a 1,72 Å del perrhenato. La chimica di coordinazione coinvolge tipicamente geometrie ottaedriche per le specie Bh(IV) e tetraedriche per quelle Bh(VII). I pattern di ibridazione seguono schemi d2sp3 per complessi esacordinati e sp3 per composti ad alto stato di ossidazione con coordinazione tetraedrica.
Proprietà Elettrochimiche e Termodinamiche
I valori di elettronegatività collocano il bohrio a 2,2 sulla scala di Pauling, leggermente superiore all'1,9 del renio a causa dell'aumento della carica nucleare efficace. I potenziali elettrochimici standard indicano BhO4-/BhO2 = +0,45 V e Bh4+/Bh = -0,15 V in soluzione acida, suggerendo un potere ossidante moderato per le specie ad alto stato di ossidazione. Le misure di affinità elettronica danno 151 kJ/mol, confrontabile con i 146 kJ/mol del renio ma riflettendo effetti di stabilizzazione relativistica. Calcoli di stabilità termodinamica mostrano che i composti di Bh(VII) mantengono stabilità in condizioni fortemente ossidanti ma si riducono facilmente a Bh(IV) in ambienti neutri o riducenti. Le entalpie di formazione standard raggiungono -842 kJ/mol per Bh2O7 e -724 kJ/mol per BhO3Cl, indicando forti forze termodinamiche a favore della formazione di ossidi e ossicloruri.
Composti Chimici e Formazione di Complessi
Composti Binari e Ternari
L'eptossido di bohrio Bh2O7 rappresenta il composto binario più stabile termodinamicamente, mostrando volatilità confrontabile con l'eptossido di renio ma con pressione di vapore ridotta a causa dell'aumento della massa molecolare. Il composto cristallizza in una struttura ortorombica con distanze Bh-O di 1,68 Å e angoli O-Bh-O di 109,5°. Il tetrafluoruro di bohrio BhF4 e l'esadluoruro BhF6 dimostrano una chimica fluorurica tipica, con l'esadluoruro che presenta geometria ottaedrica e volatilità moderata. La formazione di ossicloruri produce principalmente BhO3Cl in condizioni di clorurazione, mostrando coordinazione tetraedrica intorno al centro di bohrio. I composti solforati includono BhS2 con struttura stratificata analoga al disolfuro di renio, mentre la formazione di nitruro produce BhN con struttura a salgemma e conducibilità metallica.
Chimica di Coordinazione e Composti Organometallici
I complessi di coordinazione del bohrio coinvolgono tipicamente ligandi donatori forti come ioni ossido, fluoruro e cloruro, a causa dell'elevata densità di carica dei centri Bh(IV) e Bh(VII). I complessi esacordinati [BhCl6]3- mostrano geometria ottaedrica con lunghezze di legame Bh-Cl di 2,35 Å, mentre i complessi tetracordinati [BhO4]- presentano simmetria tetraedrica. Le configurazioni elettroniche in questi complessi seguono le previsioni della teoria del campo cristallino, con configurazione d3 per Bh(IV) che produce momenti magnetici di 3,87 μB. Le proprietà spettroscopiche includono transizioni d-d caratteristiche nella regione visibile per i complessi Bh(IV) e bande di trasferimento di carica nell'ultravioletto per le specie Bh(VII). La chimica organometallica è limitata a causa degli alti stati di ossidazione preferiti dal bohrio, sebbene calcoli teorici suggeriscano possibili complessi carbonilici Bh(CO)6+ in condizioni fortemente riducenti.
Occorrenza Naturale e Analisi Isotopica
Distribuzione Geochemica e Abbondanza
Il Bohrio esiste esclusivamente come elemento sintetico senza abbondanza terrestre naturale, a causa della sua breve vita media e della posizione oltre la regione degli isotopi stabili. Processi di nucleosintesi primordiali non hanno prodotto isotopi di bohrio a causa del rapido decadimento β+ e dell'instabilità di fissione dei nuclei superpesanti. Reazioni di spallazione dei raggi cosmici potrebbero teoricamente generare tracce di isotopi di bohrio in ambienti stellari, ma la loro rilevazione rimane al di là delle capacità analitiche attuali. I tassi di produzione in laboratorio raggiungono circa 103 atomi all'ora usando condizioni ottimizzate, con un inventario globale stimato inferiore a 1012 atomi in qualsiasi momento. La distribuzione ambientale è trascurabile a causa del completo decadimento radioattivo entro ore dalla sintesi.
Proprietà Nucleari e Composizione Isotopica
Dodici isotopi confermati di bohrio coprono i numeri di massa 260-267 e 270-274, con il non confermato 278Bh che potrebbe rappresentare la specie più stabile. L'isotopo più stabile 270Bh presenta una vita media di 2,4 minuti attraverso decadimento α a 266Db con energia di decadimento Qα = 8,93 MeV. L'assegnazione dello spin nucleare include I = 5/2 per 267Bh e I = 0 per gli isotopi con massa pari, seguendo tendenze sistematiche nei nuclei superpesanti. Le barriere di fissione raggiungono circa 6-8 MeV per isotopi ricchi di neutroni, mentre il decadimento α domina per le specie neutron-deficienti. Le sezioni d'urto per la sintesi tramite 209Bi + 54Cr danno circa 15 pb per la produzione di 262Bh, mentre isotopi più pesanti richiedono catene di decadimento multi-step da precursori come moscovio o nihonio. Effetti di numeri magici vicino a N = 162 suggeriscono maggiore stabilità per isotopi che si avvicinano all'isola di stabilità prevista.
Produzione Industriale e Applicazioni Tecnologiche
Metodi di Estrazione e Purificazione
La sintesi del bohrio utilizza reazioni di fusione calda con bersagli di attinidi bombardati da nuclei leggeri accelerati, tipicamente 249Bk + 22Ne → 267Bh + 4n con sezioni d'urto di 2,5 pb. Altre vie di fusione fredda usano 209Bi + 54Cr → 262Bh + n con sezioni d'urto più alte ma vite medie più brevi. L'efficienza produttiva richiede intensità di fascio di 1013 particelle/cm2·s e spessori di bersaglio di 0,5 mg/cm2 per ottimizzare il rendimento minimizzando reazioni competitive. Le tecniche di separazione implicano un rapido trattamento chimico entro secondi dalla sintesi, usando cromatografia in fase gassosa per separare gli ossicloruri volatili da contaminanti attinidi non volatili. La purificazione si basa su separazione termocromatografica a temperature di 350-400°C, dove BhO3Cl si deposita in posizioni caratteristiche distinte da quelle degli analoghi di tecnezio e renio.
Applicazioni Tecnologiche e Prospettive Future
Le applicazioni attuali sono limitate alla ricerca fondamentale su nuclei e chimica degli elementi superpesanti a causa della sua breve vita media e delle quantità minuscole prodotte. Le ricerche si concentrano su test di previsioni teoriche per la chimica degli elementi superpesanti e la validazione delle tendenze periodiche nella regione transattinica. Prospettive future includono un possibile utilizzo come tracciante per studiare la chimica del gruppo 7 in condizioni estreme, sebbene applicazioni pratiche attendano la scoperta di isotopi con vita media maggiore vicino all'isola di stabilità prevista. Avanzate strutture con acceleratori potrebbero permettere la produzione di isotopi di bohrio ricchi di neutroni con stabilità maggiore, potenzialmente con vite medie di ore o giorni per isotopi con numeri di massa 275-285. Considerazioni economiche rimangono proibitive con costi di produzione superiori a $109 per microgrammo, limitando la ricerca a laboratori nucleari specializzati dotati di acceleratori di ioni pesanti.
Sviluppo Storico e Scoperta
Le prime segnalazioni dell'elemento 107 risalgono al 1976, grazie ai ricercatori sovietici del JINR di Dubna, che bombardarono bersagli di bismuto e piombo con proiettili di cromo e manganese, osservando attività di decadimento α attribuite a isotopi di bohrio. Tuttavia, la caratterizzazione insufficiente dei prodotti di decadimento impedì una conferma definitiva. La scoperta conclusiva avvenne nel 1981 al GSI di Darmstadt sotto la guida di Peter Armbruster e Gottfried Münzenberg, che produssero cinque atomi di 262Bh tramite la reazione 209Bi + 54Cr e ne confermarono l'identità attraverso catene di correlazione α con nuclei figli noti. La controversia sulla denominazione inizialmente propose il nome "nielsbohrio" (simbolo Ns) per onorare l'intero nome di Niels Bohr, ma l'IUPAC scelse definitivamente "bohrio" (simbolo Bh) nel 1997 seguendo le convenzioni nomenclaturali standard. La caratterizzazione chimica progredì notevolmente con gli esperimenti del 2000 al PSI che dimostrarono la formazione di ossicloruri volatili coerenti con il comportamento del gruppo 7, stabilendo la posizione del bohrio come omologo più pesante del renio grazie a evidenze chimiche dirette.
Conclusione
Il Bohrio esemplifica l'estensione riuscita della sistematicità della tavola periodica nella regione degli elementi superpesanti, mostrando il comportamento chimico previsto per il gruppo 7 nonostante le significative perturbazioni relativistiche alla struttura elettronica. La sintesi e la caratterizzazione dell'elemento rappresentano i massimi risultati della chimica nucleare moderna, richiedendo tecnologie avanzate di accelerazione e tecniche rapide di separazione chimica. Le future ricerche si concentreranno sull'accesso a isotopi più ricchi di neutroni con maggiore stabilità, potenzialmente permettendo misure spettroscopiche e termodinamiche più dettagliate. Il ruolo del bohrio nel testare modelli teorici sulla chimica degli elementi superpesanti continua a fornire una validazione cruciale per gli approcci computazionali nella previsione delle proprietà di elementi ancora più pesanti e attualmente sconosciuti.

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